Beccatevi Franz qui sotto!
AVVERTENZA: l’articolo originariamente concepito per questa settimana era molto colorito, ma è stato scartato per non giocare con i sentimenti di Matteo Adamache, che in quanto tifoso sfegatato dei Los Angeles Clippers è stato escluso da coach Filo Benz senza passare nemmeno per il voto popolare. Il presente articolo potrebbe non contenere riferimenti canzonatori nei confronti della squadra già menzionata: per questo ci scusiamo in anticipo.
Primo turno: Cruseri (54-28) vs Clippers (44-38)
Finalmente siamo arrivati alle partite che contano! I biancoblù non si fanno trovare per nulla impreparati contro una squadra costruita due estati fa solo per puntare al titolo. Per i Clippers una regular season sotto le aspettative può essere un ostacolo significativo in quanto implica necessariamente dover affrontare le squadre più quotate fin da subito ai playoff, quindi un cammino sulla carta più difficile, ma la storia presenta alcuni precedenti di squadre che “ce l’hanno fatta”: i Rockets di Olajuwon del 1995 (sesti a Ovest e poi titolo NBA) e i Knicks versione 1999 (ottavi a Est, poi finali perse, ma chissà come sarebbe andata se Patrick Ewing non si fosse rotto a metà playoffs...). Che Kawhi Leonard e Paul George siano giocatori della stessa caratura di Olajuwon e Ewing è una questione che solo la storia potrà decidere. Che i Los Angeles Clippers così costruiti siano squadra tale da, prima o poi, vincere il titolo, anche questo non ci è dato saperlo. Che il Cruseri, però, sia un avversario formidabile, capace al bisogno di schiacciare chiunque si trovi sulla sua strada, questo sì invece che è palese, come è stato palese fin da subito che il cammino dei Clippers in questi playoff sarebbe stato molto breve.
Nella prima serie di playoff NBA della nostra storia, siamo riusciti a sbaragliare una franchigia in una stagione chiave per il ciclo che sta attraversando. Senza tanti preamboli, abbiamo vinto gara 1 con un comodo +15 grazie a prestazioni maiuscole di Casali e Brunelli (i nostri migliori realizzatori nella serie), gara 2 con uno storico +78, per poi volare a Los Angeles e vincere di 34 gara 3. Troppo facile? Troppo facile. Per gara 4 ci siamo rilassati un po' troppo e abbiamo concesso ai Clippers il punto della bandiera, perdendo una partita che avremmo dovuto agguantare. Poco male però, perché abbiamo chiuso la contesa in gara 5, la partita più tirata della serie (+9) dietro ai canestri di un Ray Alben che è andato in crescendo nel corso delle partite facendo esattamente quel che il coach si aspetta da lui: entrare dalla panchina, fare canestro e nient'altro, prendere un rimbalzo ogni tanto proprio se gli cade in mano (1.6 di media nella serie). Lavoro eseguito alla perfezione.
Bene tutti, anche se le prestazioni realizzative di alcuni interpreti sono state al di sotto di quelle a cui ci siamo abituati in regular season, probabilmente a causa dei due mastini difensivi avversari, George e Leonard, che sebbene abbiano fatto il loro in difesa, in attacco non hanno brillato e si sono trovati a guidare una squadra poco ispirata. Guidati da un coach campione NBA, uscire al primo turno dopo una regular season così-così non promette benissimo per tutti e in casa Clippers qualche scossone potrebbe essere d'obbligo.
Ma gli altri?
Franz Pezzi tutto per voi:
Ok amici, si è chiusa la regular season, per una volta senza intoppi fuori dal campo. Il coach ha deciso di mescolare i minuti nel roster, per mantenere più fresche possibile le gambe di tutti. Qualche vittoria e una sconfitta di troppo ci fanno scivolare di una posizione nella classifica della Western Conference, alle spalle dei Lakers che, pur forti del nostro stesso record (54-28) ci soffiano il secondo posto per via di tie breaker e menate varie.
Per via di questa mini scivolata, dovremo affrontare i Los Angeles Clippers al primo turno, un avversario temibile e da non sottovalutare, con un roster strapieno di talento che in questa regular season non ha evidentemente espresso il suo basket migliore. Si tratta di un matchup che non dovrebbe preoccuparci più di tanto, ma alcuni fattori ci costringono a tenere la guardia molto alta: in primo luogo non siamo stati brillantissimi di recente a causa dei tanti imprevisti che si sono accumulati durante la stagione, in secondo luogo il nostro mastro grafico e simulatore di partite, nonché giocatore, Matteo Adamache (facciamo nomi e cognomi!) è noto per essere l’unico tifoso dei Los Angeles Clippers nel raggio di 120 km da San Pietro in Vincoli.
Non è chiaro se la cosa potrebbe generare dei conflitti di interessi tali da intaccare il suo minutaggio, ma coach Filo sta valutando numerose ipotesi insieme al suo staff, composto da sé stesso, sé stesso e sé stesso.
A proposito di coach Filo, parliamo un po’ di premi e riconoscimenti, perché il Cruseri ha fatto incetta, in barba alle previsioni di giornalisti e opinionisti, che a inizio stagione non ci consideravano neanche.
Partiamo da Filo, che ha portato a casa il premio di Coach of the Year: è il primo capo allenatore italiano di sempre su una panchina NBA, quindi è anche il primo italiano a vincere il premio ed è il primo allenatore a vincere il premio alla guida di una squadra composta da soli rookie. Congratulazioni coach!
Proseguiamo con i giocatori, perché una squadra così non può che avere interpreti di altissimo livello. Siamo fieri di annunciare che il Rookie of the Year è dei nostri! Alla faccia di LaMelo, alla faccia di James Wiseman e Anthony Edwards, dai bassifondi delle Ville Unite un uomo ha fatto più rumore di tutti: Stefano Casadio ha portato a casa l’ambito riconoscimento a suon di prestazioni maiuscole, anche se un po’ in flessione nell’ultimo mesetto. Nessuna matricola meglio di lui: 15.3 punti, 7.4 rimbalzi, 3.1 assist, 1.0 stoppate e un lussuoso 53% dal campo, 40% da 3 e 83% ai tiri liberi.
Dietro di lui a ruota Francesco Casali, secondo Cruser a venire inserito nel primo quintetto delle matricole, mentre ben tre dei nostri si sono guadagnati un posto nel secondo quintetto matricole: Riccardo Bernardi, Andrea Pinza e Federico Brunelli. Bravi tutti!
Fu vera gloria? Ai Playoff l’ardua sentenza.
NBA: where #amateurs happens
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Franz Pezzi sul fil di sirena....
Tra una peripezia e l’altra, siamo finalmente arrivati a vedere la fine della regular season, ma che fatica la vita da squadra fortissima! Dall’ultima puntata siamo riusciti a fare un paio di cose non scontate: sbaragliare sul parquet i temibilissimi Monstars, riconquistare il talento di cinque dei nostri, conquistare la certezza matematica che sì, faremo i playoff, e tra le altre cose continuare a macinare vittorie a un ritmo rispettabile.
Giustizia è fatta
Come in ogni storia che si rispetti, il cattivo ha avuto la peggio: i Monstars non hanno saputo mantenere il vantaggio che avevano costruito e mantenuto fino ai minuti finali della Partita delle Partite, arbitrata nientemeno che da Matteo “Cricca” Manca. Tra schiacciate improbabili, morose arrabbiate perché si giocava di domenica anziché di mercoledì e capitani imbottigliati nel traffico, la contesa che rischiava di essere a senso unico si è risolta con un canestro sulla sirena. Coach Filippone infatti ha disegnato un’azione su rimessa in attacco per sé, è entrato in campo, freddo, a cinque secondi dalla fine, caricandosi sulle spalle il futuro cestistico di cinque dei suoi giocatori, il futuro della NBA e forse della pallacanestro stessa, e senza battere ciglio ha messo dentro la tripla più pesante di tutti i tempi. Ice in his veins! Nel dopo partita, ai microfoni di ESPN ha rilasciato la seguente dichiarazione riferita alla sua carriera americana, liberamente tratta da un discorso di Michael Jordan, colui che lo aveva preceduto nel battere i Monstars con un canestro decisivo:
„Nella mia vita ho sbagliato zero tiri, ho perso zero partite, una volta i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho messo. Ho fallito zero volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.“
Pelle d’oca.
Eccolo...si è fatto desiderare ma Franz Pezzi è qua!
Forse gli alieni siamo noi! SIAMO FORTISSIMI.
Lo so, farsi trascinare troppo dall’entusiasmo o dallo sconforto quando le cose vanno rispettivamente bene o male non è mai una buona idea e normalmente è meglio tenere i piedi per terra...ma questa non è una situazione normale! Siamo verso la volata finale prima dei playoff NBA e in una stagione di Amateurs 2K21, ci sembra di averne giocate già dieci, tra sparizioni, scioperi, intrighi di spogliatoio e minacce interplanetarie. Il fatto di essere in gran forma è ancora più eclatante e motivo di doverosa celebrazione.
Tanto per cambiare stiamo ancora giocando a organico ridotto: a causa del prolungarsi della permanenza nel protocollo SPACEJAM dei Ravaioli brothers e di Adamache, Dellaluce e Farolfi, nelle ultime quindici partite coach Filippone non ha mai potuto schierare più di dieci giocatori. Il risultato? 11-4 con una striscia aperta di 7 vittorie consecutive. Ma c’è molto altro...
Franz Pezzi ed il consueto contributo domenicale (Che siate "complottisti o meno...fareste bene a leggere tutto l'articolo!)
Quando vinci tanto ogni sconfitta sembra la fine del mondo, quando invece perdi sempre, qualsiasi vittoria dà ossigeno ed è motivo di festeggiamenti. È tutta questione di prospettiva, e lo stiamo scoprendo con l’avanzare di una stagione a due facce, che nell’ultimo periodo ci ha visto vestire panni più simili a quelli che ci aspettavamo a inizio stagione.
Macinare sconfitte su sconfitte non fa piacere a nessuno, ma quando a queste si alternano vittorie soddisfacenti che mostrano il possibile ritorno di un barlume di chimica di squadra, allora ogni tanto c’è un motivo per sorridere. Delle ultime dieci partite ne abbiamo vinte cinque, vedendo tanti interpreti eccellere e guidare la truppa: Casali, Brunelli, Bernardi, un Pinza in striscia positiva e dalla panchina un rinato Capitan Berti stanno tenendo in piedi le speranze di playoff dei nostri, ma non vanno sottovalutate nemmeno le prestazioni degli altri. Infatti in questo frangente è fondamentale il contributo di tutti, viste le rotazioni – nuovamente! – ridotte con cui coach Filo è costretto ad operare. Ma cosa sta succedendo?
Alieni?
No, non noi, anche se siamo fortissimi. E a dire il vero non sappiamo bene ancora neanche chi incolpare, fatto sta che cinque Crusers (i Ravaioli brothers, Adamache, Dellaluce e Farolfi) sono impossibilitati a scendere in campo per manifesta incapacità cestistica: scarpe invertite, difficoltà a centrare la bocca mentre si beve dalla borraccia, autocanestri e rullate al campetto prese da delle ragazzine sono solo alcuni degli episodi preoccupanti che hanno visto protagonisti questi cinque. Se ai più attenti di voi questa storia suona familiare, niente paura: non siete soli, anche alla NBA infatti si sono subito attivati per far fare degli esami medici speciali ai cinque malcapitati. Il responso? Sostanze aliene nel sangue e talento rubato, proprio come temeva Adam Silver, commissioner della NBA. La reazione immediata e necessaria è stata quella di inserire i giocatori “sintomatici” nel protocollo SPACEJAM, sperando che i ladri di talento non siano quelli che in molti conoscono per fama, e giustamente temono.
Teorie del complotto
Dal Pianeta a Stelle e Strisce...MA ANCHE Bianco-Blu...sentiamo che ci dice Franz Pezzi.
I risultati delle ultime partite sono un campo di battaglia, quello che rimane una volta cessato il rumore, una volta diradatasi la polvere.
Rivoltata come un guanto, la nostra stagione. Un attimo fa marciavamo spediti, inarrestabili verso il titolo NBA e possibilmente verso la storia. È bastato distrarsi un attimo...e adesso? Ultime dieci partite, tre vinte tutte con scarti importanti, sette perse, tutte combattute e cinque delle quali in casa: -8 contro i Clippers la peggiore. Non si può neanche dire che fatichiamo a fare canestro, dopotutto chi fa fatica oggigiorno, nel “ciapa e tira” che è diventata oggi l’NBA?
Brancoliamo nel buio, ci aggiriamo stanchi tra i referti delle partite: pochi rosa, troppi, troppi gialli...li scuotiamo come corpi di compagni caduti in battaglia, alla ricerca disperata di risposta, ma risposte non ne arrivano. Ci guardiamo negli occhi alla ricerca di conforto dietro le mascherine. Credevamo sarebbe stata una passeggiata e ci ritroviamo a fare i conti con una realtà dura piena di incertezze. Non bastano i progressi naturali delle riserve che hanno ricevuto un’iniezione di fiducia dopo aver tenuto in piedi la baracca durante lo sciopero dei titolari, non basta avere tutta la squadra a disposizione, la magia di coach Filo sembra essersi esaurita. I tempi in cui arrancavamo per fare 50 punti nel CSI e poi tutti al Primary e chi se ne importa se siamo scarsi, ormai sono solo immagini sbiadite nei ricordi.
Che le altre squadre abbiano trovato l'alchimia per tenerci a bada? Che gli analisti abbiano trovato delle nuove formule, sviluppato nuove statistiche all’avanguardia e si siano finalmente accorti del nostro principale punto debole? Stavamo riuscendo a nasconderlo così bene, eppure...eppure non c’è altra spiegazione, devono aver capito che siamo bassi.
Un ispiratissimo Franz Pezzi sta diventando uno Storyteller di altissimo livello. Leggete un po' che succede nella "nostra" NBA.
Prosegue l’avventura americana del Crus, che ha salutato l’anno nuovo con un organico finalmente al completo dopo scioperi, proteste e sparizioni, e che ha iniziato a guardare con speranza ed entusiasmo verso questa sponda dell’oceano. Giocare in America è bello, ma qua tutti quanti non vedono l’ora di poter giocare nel nuovo palazzetto al centro sportivo una volta che sarà pronto! In ogni modo, per ora, dobbiamo attendere pazientemente e portare a termine la stagione NBA che abbiamo intrapreso.
Addio alle armi
Dopo un periodo ricco di animosità, con la squadra spaccata in due e un gruppo di giocatori che si era allontanato dal team a causa di divergenze con il coach e con la società, le parti si sono sedute a un tavolo (ovviamente in videochiamata ognuno a casa sua, because distanziamento sociale) e hanno avviato lunghe trattative per ripristinare l’equilibrio nello spogliatoio. Al centro del contendere c’erano, come è noto, i minuti di Brunelli, che sono stati ridotti nelle ultime partite. Quelle che poi erano inizialmente sembrate minacce, seppure vaghe, rivolte a coach Filo da parte del misterioso personaggio che aveva fatto recapitare alla società il famigerato messaggio video, sono state scongiurate senza dover cedere a ricatti. Con sguardo e tono minacciosi il malvivente diceva “occhio, coach Filippone, occhio”, ma è bastato assecondare alcune richieste degli scioperanti per riaverli in squadra. Casadio avrà un buono tatuaggio spendibile nella prossima stagione di Amateurs 2k, Bernardi avrà buoni illimitati al Primary (quando ci si potrà andare offrirà lui), Pinza avrà una sala pesi tutta sua al PalaCruseri a SPIV (siamo curiosi di vedere dove accidenti si troverà lo spazio fisico). Casali, invece, farà un cameo in Space Jam 2. Sembra che lui e LeBron abbiano lo stesso agente, Rich Paul, che per la prima volta nella sua carriera non è riuscito a far ottenere un contrattone a un suo cliente: come è noto, infatti, Casali paga la quota per giocare, esattamente come tutti i suoi compagni di squadra. Che agente scadente.
#thereturn
Mentre la società cercava di appianare le divergenze con le sue stelle, l’altra questione spinosa del momento, ovvero la sparizione di Brunelli, giungeva spontaneamente a una sua risoluzione. Stando a quanto riportano numerose fonti, il giocatore era chiuso in casa e aveva semplicemente perso la cognizione del tempo: finestre chiuse, snack, merendine, bibite e cellulare silenzioso dimenticato sotto ai cuscini del divano sono la cornice in cui si è trovato immerso per giorni. Ad un certo punto, però, il nostro dev’essersi ricordato di una realtà lontana, fatta di persone, forse impegni cestistici, magari anche cibo vero. Riesumato il cellulare e trovato un numero incalcolabile di chiamate perse, si è scusato con tutti ed ha ripreso una parvenza di vita normale. Ma cosa stava facendo chiuso in casa per giorni? Interrogato dalla stampa, ha risposto asciutto: “Dovevo livellare a COD” (sì, Call of Duty).
Miracolosamente, una volta tornato sul parquet sembra non avere risentito della dieta scadente e della mancanza di esercizio. Nel ruolo di stella assoluta ha guidato con nonchalance la Crus Suicide Squad a cinque vittorie consecutive, al ritmo di 28 punti di media (due volte oltre quota 40!).
Serviva una bella notizia per chiudere questo complicato 2020!
Ed è, effettivamente, arrivata!
Ufficiale: la piastra del Centro Sportivo 3 Ville verrà coperta.
Leggetivi l'articolo qui sotto (in particolare la prima parte):
Che dire? Non vediamo l'ora di vedere l'opera completata.
La disponibilità di questa struttura sarà di notevole importanza per lo svolgimento di attività sportive che, da sempre, necessitano di quantità crescenti di spazi e ore di palestra.
Si sapeva che la copertura della piastra era nella lista dei desideri da anni e siamo felici che, finalmente, ci sia stata questa possibilità.
Attendiamo con entusiasmo l'apertura del cantiere.
Avremo modo di tornare su questo argomento ma ci premeva condividere con voi questa bella notizia.
Cogliamo l'occasione per ringraziare il Comune di Ravenna per la decisione di investire nel nostro territorio e sostenere la varie attività che sono particolarmente orientate ai giovani.
E' anche la maniera ottimale per augurare a tutti un BUON 2021!
Francesco Pezzi dal "Pianeta NBA 2k21" tutto per voi (Istruzioni per l'uso: dotarsi di ironia).
Continua la saga dei nostri Amateurs nella terra dello zio Sam, tra avvicendamenti nella rotazione, scelte tecniche coraggiose, malumori interni e strisce di vittorie che fanno gridare al miracolo (ma come fanno sti scappati di casa a dominare?). C’è tanta carne al fuoco, per cui andiamo con ordine.
Antefatto
Ci eravamo lasciati dieci partite fa, con una squadra schiacciasassi che aveva ogni ingranaggio e ogni meccanismo registrato alla perfezione grazie alla magia di coach Filippone. Ci ritroviamo oggi, con un Cruseri ancora capofila tra le squadre della brutale Western Conference, ma dilaniato e decimato da incomprensioni e malumori interni. Dopo aver subito pressioni da parte del presidente affinché reintegrasse il rampollo Brunelli, forse ingiustamente escluso, coach Filippone ha guidato i nostri a cinque vittorie consecutive prima di trovarsi tra le mani una grossa gatta da pelare.
Malumori interni
Lo spogliatoio sembra spaccato sulla risposta del coach alle sollecitazioni ricevute dall’alto: oltre a una buona fetta della squadra intenzionata ad onorare il proprio impegno indipendentemente dalle circostanze, c’è un gruppo meno nutrito di giocatori che ha indetto una sorta di sciopero come forma di protesta nei confronti della dirigenza, il cui intervento nelle decisioni tecniche è stato visto come un’ingerenza inopportuna. La dirigenza e lo staff tecnico sono stati informati dell’iniziativa non dai giocatori coinvolti, bensì da un videomessaggio recapitato al centro sportivo in cui un losco figuro estraneo alla società si rivolgeva al coach in maniera irriverente, criticandolo di dare troppo spazio a Brunelli e accusandolo di aver paura di perdere la poltrona. Concludeva spiegando che Bernardi, Pinza, Casadio e Casali avrebbero scioperato “finché non cambia” [la situazione]. Non è chiaro chi sia il soggetto del videomessaggio, né quale sia la sua relazione con i giocatori, ma è stato chiaro fin dalla partita successiva che non si trattava di uno scherzo: i quattro giocatori nominati nel video non si sono presentati e il coach ha dovuto fare a meno, contando anche Ridolfi indisponibile per infortunio, di cinque giocatori. Come se non bastasse, nemmeno il giocatore al centro di tutta questa diatriba si è presentato per la partita e da allora nessuno ha avuto sue notizie. La società sta collaborando con la NBA e i servizi segreti americani per trovare il giocatore, ma tutte le indagini finora non hanno portato nessun risultato concreto.
Guardatevi gli highlights della settimana sul nostro canale Youtube:
Scelte tecniche coraggiose
A consolazione parziale, i risultati concreti sono arrivati sul campo: con solo nove giocatori su cui contare, il coach ha deciso di puntare sullo small ball, spostando Gabro Ravaioli (altezza 1,75 m) nel ruolo di centro per sfruttare la sua energia e la sua capacità di impattare la partita facendo il lavoro sporco.
Le restrizioni del periodo.
La voglia di riverdersi un attimo per salutarsi.
In sicurezza.
Una domenica mattina.
E l'auspicio di ricominciare a praticare il tanto amato sport!
BUON NATALE!
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